• Pubblicata il
  • Autore: Val_cla
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La prima cena - Ravenna Trasgressiva

Durante tutta la cena, il vino fresco, i sorrisi e un'atmosfera di frizzante complicità aveva tenuto banco, il nostro giovane amico, una decina d'anni in meno di noi, seppur timido e con i suoi modi da universitario educato si stava dimostrando un complice perfetto per le Nostre fantasie...
(nota: Noi siamo una coppia sposata di 33 e 36 anni, decisamente complice e innamorata...)
la mia splendida moglie si muoveva in cucina lasciando che i suoi sorrisi e i suoi occhi catalizzassero i nostri discorsi mentre i nostri sguardi, e i nostri pensieri, accarezzavano ogni sua forma, ogni sua curva fasciata da quel vestitino aderente, vederla seduta in mezzo a noi, scorgere le sue cosce lasciate scoperte da quella poca stoffa, ma sopratutto sapere che lui, a sua volta, ne godeva la vista, mi faceva stare in un costante stato di eccitazione, fù mentre le versavo il vino, l'attimo... un movimento solo accennato...
la giovane mano del nostro amico si posò sul suo ginocchio e mentre tutti e tre continuavamo in quel gioco delle parti in cui ognuno manteneva un'apparente indifferenza, i sorrisi, le battute continuavano, la sua mano lentamente saliva sulle calde cosce di mia moglie che all'improvviso, senza alcun segnale se non una leggera indecisione nella voce, allungò la mano, quella mano che amo, posandola su di lui, tra le sue gambe e decisa, come solo una donna, la mia Donna eccitata sà essere, con movimenti lenti ma sapienti, continuando a parlare come se nulla stesse accadendo, aprì quei jeans, si insinuò nei boxer e cominciò ad accarezzare quel giovane cazzo in completa e imponente erezione, le sue dita scorrevano sulla cappella dura saggiandone la consistenza, imparandone i contorni, fino ad impossessarsi a mano piena dei suoi coglioni ormai gonfi e pieni dell'eccitazione che lei stessa gli stava provocando, non capivo più niente, dovevo fare qualcosa, mi alzai e con la scusa di cercare un film per la serata andai in sala lasciandoli soli, ovviamente mi fermai sulla porta socchiusa per godermi lo spettacolo, lui, con il viso paonazzo tentò di dire qualcosa, lei gli portò un dito alla bocca per zittirlo e conteporaneamente liberò quell'uccello da quella gabbia in cui ormai non riusciva più a stare, si chinò all'improvviso e fece scomparire quel cazzo durissimo con quella cappella ormai congestionata dall'eccitazione nella sua splendida bocca, cominciò a succhiarlo avidamente, a leccarlo in tutta la sua lunghezza, fù un attimo, bastarono pochi affondi e sentii il nostro giovane amico sborrò copiosamente riempiendole la bocca, mentre ridevano rientrai...
la amo da morire...

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24/12/2012 05:34

Saverio

Storia eccitantissima

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