• Pubblicata il
  • Autore: Marta
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Insegnami 4 - Ravenna Trasgressiva

Dopo la prima avventura con Mario passo’ molto tempo prima che Nadia mi accennasse ancora a lui. Confesso che spesso mi piaceva ritornare con il pensiero a quella mattina e a quelle due ore e mezza cosi’ intense… ancora sentivo dentro di me il calore del pene di Mario e del suo fiotto abbondante, ancora percepivo le labbra di Nadia sui miei capezzoli e sulla mia bocca, ancora assaporavo il sapore agrodolce sulla mia lingua della vagina di lei penetrata cosi da vicino e violentemente dal potente gladio di carne di lui…
Ma Nadia dopo quel giorno non mi aveva piu parlato e nemmeno invitato ad un nuovo incontro e cosi’ quando vedevo Mario passare nei corridoi dell’azienda abbassavo gli occhi guardando di sottecchi se lui mi degnasse di uno sguardo. Non lo capivo bene ma mi illudevo che si’, mi avesse guardato, ed avesse ancora voglia di me.
Un giorno pero’ al caffe’ incontrai Nadia e Mario. Entrando nello stanzino angusto quasi gli sbattei contro e una mano di Mario inavvertitamente scivolo’ sul mio seno procurandomi un brivido di piacere. “Ciao Marta” dissero assieme, “ e’ tanto che non ci troviamo”… fece lui ammiccando verso Nadia… sicuramente lanciando un preciso messaggio. Era primavera inoltrata e l’aria era profumata e fresca ma gia’ sufficientemente calda. Io mi sentivo lusingata ed eccitata da questo approccio e gia’ sotto sotto il mio sesso si stava bagnando… “peccato che sia martedi’ e di non potere andare al mare assieme…” Mario mi faceva girare mille pensieri nella testa, il sole, la sabbia, il bikini a perizoma appena comprato, il suo corpo magro ma potente, il suo pene vicino alla mia bocca…ma anche Nadia, gia’ abbronzata, con i suoi magnifici seni tondi e pieni offerti alla gioia del sole, il suo sedere sodo coperto da un magnifico slip bianco che lasciava vedere in trasparenza il solco della vagina depilata…
Rimanemmo d’accordo di uscire un po’ prima dal lavoro e fare una corsa alla vicine spiagge per cogliere gli ultimi raggi di sole assieme. Uscita dal lavoro passai quindi velocemente per casa a farmi una doccia ed infilarmi il nuovo costume (perizoma e reggiseno a fascia neri semplici ma molto sexy ) e sopra una tuta attillata. Quattro cose nella borsa e giu’ ad aspettare che Mario, che aveva gia’ caricato Nadia, mi passasse a prendere. Salii dietro e provai un po’ di invidia quando notai che Nadia seduta davanti, si era messa una mini vertiginosa che lasciava completamente scoperte le belle gambe, cosi’ vicine alla mano di lui distrattamente appoggiata alla leva del cambio…
Mario si diresse verso il mare scegliendo all’ultimo momento la direzione di una spiaggia appartata, ultimo residuo di natura quasi incontaminata fra le tante spiagge dell’alto adriatico e quindi senza costruzioni ma solo una folta pineta che fasciava la striscia di sabbia. Arrivammo a ridosso del parcheggio, pochissimo frequentato data l’ora e la giornata e, lasciata l’auto, ci incamminammo attraverso la pineta, deviando verso destra per evitare anche quei pochissimi potenziali bagnanti che sicuramente stavano stazionando vicino al parcheggio. Sbucammo quindi sulla spiaggia in un luogo appartato dove la spiaggia veniva abbracciata dagli ultimi pini formando un semicerchio protetto proteso sul mare e sui raggi di sole…
Mi sentivo un po’ agitata e le poche parole scambiate durante il tragitto mi avevano ancor piu’ messa in subbuglio. Non che dopo la mattinata trascorsa a casa di Nadia avessi qualche pudore nascosto, ma il fatto di dovermi togliere la tuta ed in qualche modo esporre il mio corpo coperto solo di un ridotto bikini agli sguardi dei due miei compagni mi metteva comunque una certa ansia, forse anche frammista ad una certa eccitazione. Comunque fingendo, mi fermai a ridosso di un grande liscio e nudo tronco portato dalla corrente all’interno della spiaggia ed iniziai a srotolare la mia stuoia stendendola vicina a quella dei miei compagni. Mario si tolse velocemente i jeans e la maglia, rimanendo con un costume attillato che metteva in forte risalto la morbida curva del suo pene. Nadia era gia’ distesa esibendo il suo brasiliano bianco, io mi ero attardata a cercare una cosa nella borsa e quindi Mario ebbe buon gioco a venirmi vicino canzonandomi di non aver ancora tolto la tuta ed allungando le mani sul mio bacino infilando le dita dentro l’elastico… mmm aiuto, stavo con il cuore a mille ma cercavo di non darlo a vedere. Sovrapposi quindi le mie mani alle sue per anticiparlo nel togliermi da sola i pantaloni… si vede che l’imbarazzo gioca sempre brutti scherzi quando meno te lo aspetti, e cosi’ calai di colpo non solo i pantaloni ma anche il perizoma scoprendo per un momento il mio sesso. A Mario questa cosa non sfuggi’ ma fece finta di nulla, io mi aggiustai lo slip con un po di imbarazzo prima di togliermi la maglia ed offrirmi cosi allo sguardo di lui, con il mio costume nuovo, bianca come una mozzarella ma eccitata, tanto che dal reggiseno mi accorsi con terrore spuntavano i miei capezzoli eretti. Mario non si muoveva e mi stava appresso, la situazione era quasi imbarazzante mentre Nadia con gli occhi chiusi si godeva gia’ beatamente il sole distesa a pochi passi da noi. Ebbi il coraggio di alzare lo sguardo da terra, passando velocemente sul corpo di Mario e non potendo non notare come il costume adesso facesse fatica a contenere il suo sesso eccitato, per arrivare poi ai suoi occhi e leggere chiaramente in un lampo la sua voglia. Fu quindi un momento e poi la piccola distanza fra i nostri corpi non ci fu piu’ perche’ Mario mi attrasse a se’ facendo aderire il suo bacino al mio. I nostri sessi adesso erano separati solo da due piccoli lembi di tessuto elastico che poco lasciavano allo sfogo delle nostre sensazioni. Io ero inerte, bloccata, schiacciata sul suo corpo elastico dalle sue mani affusolate che premevano piene sulle mie natiche scoperte infilandosi curiose sotto la sottile stringa alla ricerca del mio piccolo ano. Lasciai cadere lo sguardo sotto i miei seni scoprendo che il glande ingrossato di lui sbucava gia’ dall’elastico del costume mentre lo scroto teso si infilava tra le mie gambe inondandomi gia’ di calore.
Mario mi mise una mano sulla testa e con dolce fermezza mi spinse in basso costringendomi ad inginocchiarmi fino a che il mio viso si trovo’ davanti al suo pene che ormai spuntava libero per una buona meta’, nudo ed eretto, potente scettro che finalmente potevo assecondare in me. Con le mani mi appesi al suo slip denudando definitivamente l’oggetto del mio desiderio che trionfale si allungava dalla mia bocca alla mia fronte pronto al piacere. Con leggerezza spinsi le mie labbra sul suo scroto per sentire appieno l’asta appoggiarsi al mio viso ed iniziai senza pensiero a baciare i testicoli fino ad accogliere tutta la potente borsa dentro la mia bocca, succhiandola dolcemente. Mario inizio’ a mugolare sommessamente tanto pero’ da risvegliare la curiosita’ di Nadia che, aperti gli occhi, assistette impassibile da pochi metri al lavorio della mia bocca che, rilasciato di colpo lo scroto, velocemente risaliva l’asta pulsante per poi risucchiarne profondamente il glande all’interno facendo scomparire il pene per piu’ della meta’ all’interno della mia gola, fino in fondo, fino in fondo….
Guardai di sottecchi Nadia mente il pene di Mario scendeva e risaliva dentro di me e notai la sua espressione meravigliata di come le cose avessero preso velocemente la piega probabilmente da lei auspicata. Notai pero’, tra una spinta e l’altra, il suo sguardo farsi sottile mentre si alzava dalla stuoia, facendosi quasi vendicativo nell’avvicinarsi a noi probabilmente per farmi pagare nel non essere lei a ricevere per prima il sesso di Mario fra le sue labbra. Accostatasi da dietro a Mario, Nadia appoggio’ le mani sul suo bacino come per aiutarlo nella spinta mentre lui stesso continuava a premere la mia testa per penetrarmi piu’ a fondo. La punta del pene iniziava a torturarmi la gola provocandomi dei conati di saliva che non riuscivo a trattenere e che mi annebbiavano gli occhi; alle orecchie semichiuse dalle potenti braccia di lui mi arrivava adesso netta la voce di Nadia “dai, fino in fondo, sfondale la bocca…dai falle male come mi avevi detto quel giorno…prendila dai”. Non avevo mai sentito Nadia cosi’ feroce e la cosa mi preoccupo’, tanto che cercai di divincolarmi da quella presa rilasciando di colpo il pene di Mario che, con uno schiocco, usci’ definitivamente da me, lucido e pulsante e grosso a dismisura. Guardai da sotto i due miei compagni, lui con gli slip calati e la verga immane, Lei che nella foga della mia fellatio si era lasciata scivolare il reggiseno e mi stava a fianco, il viso seminascosto alla mia vista dai due grossi seni eretti dall’eccitazione del momento…
Ma non mi permisero di alzarmi tanto che subito Nadia si pose dietro di me, bloccandomi le braccia e slacciandomi il gancetto del reggiseno. I miei seni, liberati dalla fascia di tessuto, balzarono turgidi quasi ad affrontare la spada di carne che stava nuovamente puntando al mio viso. In un istante ebbi di nuovo, ma stavolta immobilizzata, tutto il pene di Mario nella mia bocca senza poter nemmeno fiatare a causa della pronta mossa di Nadia che mi chiuse il naso con la mano libera per costringermi ad aprire la bocca in cerca di un respiro. La bocca era ormai piena del suo grande bastone di carne e mi mancava il respiro, le mie labbra erano torturare dall’andirivieni sempre piu’ frenetico e dalla sabbia che iniziava a frammischiarsi alla mia saliva e agli umori di lui. Mi sentivo strana, umiliata dalla posizione sottomessa ma ancor piu’ eccitata, devastata dalla mancanza d’aria e dalla voglia di vomitare, con lo scroto che mi dava sempre piu’ forti colpi sul mento ed il sapore di lui che si impadroniva delle mie narici tormentate dalla mano di Nadia. Mi sentivo perduta, cosi’ in ginocchio con i seni nudi e persi fra le gambe di lui mentre Nadia mi premeva la testa e non mi mollava le braccia fino a che, con un grande mugolio, Mario ruppe gli indugi riempiendo la mia bocca di una crema densa ed odorosa dolciastra e lattiginosa che trabocco’ fino a cadere sulla sabbia. Il suo ultimo fiotto, una volta estratto il pene dopo un ultimo affondo, mi schizzo’ forte sugli occhi impedendomi di vedere tutto lo scempio di sperma che mi ricopriva i seni come cera bollente….
Nadia ancora una volta non mi dette tregua e, ancora sporca del seme di Mario, mi costrinse a rialzarmi sempre tenendomi le braccia bloccate. Con un salto pose fra me e lei il grosso e lucido tronco chinandosi fino a costringermi ad appoggiare la schiena su di esso. Cosi’ inarcata mi spinse ad offrire il mio sesso, ancora coperto dal perizoma, al mare e alla vista di lui. Nadia mi fermo’ con un foulard i polsi ad un ramo basso che spuntava da sotto e mi costrinse quindi a rimanere ferma, inarcata, con i piedi a mezz’aria, la testa riversa, impossibilitata a veder cosa sarebbe accaduto di fronte a me… ma che iniziavo gia’ ad immaginare… Nadia ritorno’ vicino a Mario e con un rapido gesto sfilo’ il sottile costume dal mio corpo costringendomi completamente nuda ai loro desideri. Sentii immediatamente le loro mani su di me, prima sfiorare il mio sesso gonfio d’eccitazione per poi passare a carezze piu’ pressanti, con i palmi aperti, da parte di lei, Con le dita Nadia iniziava a divaricare le mie grandi labbra, aiutando la mia eccitazione a dischiudere la porta della mia intimita’. Sentii subito dopo il sesso di Mario appoggiarsi all’entrata della mia vagina e distinsi perfettamente il glande turgido appoggiarsi all’entrata della mia vagina, di nuovo gonfio di eccitazione, pronto a penetrarmi a fondo. Con un colpo di reni la verga venne in me, gia’ piena e possente, facendosi strada tra i miei copiosi umori, scivolando poi sempre piu’ facilmente e ritmicamente, colpendo in mille rimbalzi i miei punti nervosi… Non vedevo nulla di questo se non la pineta rovesciata dietro di me… sentivo solo il mio corpo violato dal pene di Mario che freneticamente pulsava dentro le mie gambe divaricate ed invano alla ricerca di un sostegno. Cinque, dieci cento colpi non so…, Mario mi monto’ con furia quasi bestiale mentre Nadia contemporaneamente mi masturbava il clitoride con foga, in una spirale di estasi. Non so quanto duro’ questa situazione ma ad un certo punto sentii i muscoli delle gambe contrarsi allo spasimo ed un calore immenso partire dall’interno della vagina per espandersi fino alla grandi labbra, ed esplodere nell’erezione spasmodica del clitoride avvolgendo poi il mio ano,… un grande enorme sublime fantastico orgasmo che immediatamente stava coinvolgendo quello di Mario: Il suo pene enorme infatti, costretto dai miei spasimi, esplose in una valanga di sperma che continuo’ con ritmiche contrazioni anche una volta estratta la verga dal mio orifizio schizzando fremente sul mio corpo e sui miei seni e giungendo fino a bagnarmi il viso nascosto…

Mi riprendetti a fatica, ancora legata ed impossibilitata a vedere cosa succedeva davanti a me, sentivo il succo appiccicoso di Mario colarmi tra le gambe e dal corpo ma non sentivo nulla dai miei compagni… Cercai di alzare la testa ma dalla mia posizione riuscii a vedere solo cielo e a sentire le onde del mare fino a che vidi Nadia, completamente nuda, avvicinarsi a me e piazzarsi sopra la mia testa reclinata. Era una vista oscena ed eccitante ancora una volta, a breve distanza dal mio viso la sua vulva perfettamente depilata era socchiusa facendo intravvedere il tenero rosa al suo interno. Piu’ in su i seni trionfali erano offerti ai raggi ormai obliqui del sole con i capezzoli sporgenti… Nadia imperiosa appoggio’ la vagina alle mie labbra ordinandomi perentoria di succhiarle il clitoride. Obbedii e un dolce sapore scese sulla punta della mia lingua dal suo piccolo scettro. Mi misi con impegno a leccarla, prima con delicatezza, poi picchiettando e succhiandola avidamente con le labbra per poi penetrare all’interno della vagina con tutta la mia lingua. Nadia ansimava rapita dall’estasi del mio servizio ma poi… anche Mario sopraggiunse da dietro e Nadia si chino’ su di me appoggiandosi con i seni alle miei e offrendosi quindi a sua volta al pene di Mario che, sebbene non piu’ eretto, riusci a penetrarla da dietro complici i succhi morbosi che Nadia aveva prodotto con l’eccitazione del mio lavoro. Ero quindi adesso osservatrice privilegiata di una penetrazione gentile, e vedevo le grandi labbra della vagina di Nadia contrarsi ed espandersi al passaggio della verga umida… Lei venne in breve con un grande mugolio spandendo ancora una volta i suoi succhi sul mio viso… lui pero’ non ci riusci’ sebbene il pene avesse raggiunto di nuovo una erezione possente….

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